venerdì 14 gennaio 2011

2011 Honduras, il reality show e la dittatura

Comunicato stampa, 14 gennaio 2011

Honduras, il reality show e la dittatura
Altreconomia lancia un appello all'Isola dei famosi, che tra un mese torna ai Cayos Cochinos. Verrà inviato alla dirigenza della Rai ed alle più alte cariche dello Stato

Milano – L'Isola dei famosi torna in Honduras a venti mesi dal Colpo di Stato, mentre il Paese centroamericano soffre la repressione di un governo non democratico. La rivista Altreconomia promuove un appello in vista dell'inizio della trasmissione, con l'obiettivo di portare in prima serata su Rai2 la realtà che vive la popolazione honduregna, una realtà che rischia di venir distorta dalle immagini di cartolina che entreranno nelle nostre casa dai teleschermi. “Da lunedì 14 febbraio le isole dei Cayos Cochinos, al largo della costa del Paese centroamericano, tornano ad ospitare 'l'Isola dei famosi'. Lo scorso anno il circo del reality show, prodotto da Magnolia e trasmesso da Rai2, si era dovuto sposta re in Nicaragua per cause di forza maggiore: il colpo di Stato che il 28 giugno 2009 aveva deposto ed espulso il presidente costituzionalmente eletto Manuel Zelaya -si legge nell'appello, che potete leggere integralmente sul sito di Altreconomia-. Tornare in Honduras, oggi, significa riconoscere che nel Paese c'è democrazia, e tranquillizzare al contempo i cittadini italiani, che potranno considerare nuovamente le spiagge e le isole di Honduras tra i 'paradisi tropicali' da raggiungere per godersi le meritate vacanze”.

Nell'appello si elencano alcune notizie relative all'Honduras che i media italiani hanno mancato di raccontare a partire dal 28 giugno 2009: “Non sanno, i dirigenti di Rai e Magnolia, che l'Honduras non è ancora stato reintegrato nell'Organizzazione degli Stati americani e che numerosi Paesi continuano a ritenere totalmente illegittimo l’attuale governo; non sanno che l'ex presidente della Repubblica, Manuel Zelaya, non è ancora potuto rientrare nel Paese; non sanno che il Fronte nazionale di resistenza popolare ha raccolto oltre 1,3 milioni di firme (più della metà degli aventi diritto al voto, su una popolazione di meno di 8 milioni di persone) per chiedere la convocazione di un'Assemblea popolare costituente per riscrivere la Costituzione del Paese; non sanno che nel corso del 2010, in Honduras, sono stati assassinati 10 giornalisti; non sanno che, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, nella regione del Bajo Aguan, si è realizzata nelle ultime settimane una vasta operazione di repressione nei confronti dei movimenti contadini, ad opera di militari e paramilitari al soldo dell’oligarchia locale, che hanno lasciato sul terreno numerosi cadaveri e almeno 5mila persone senza casa”.

Tra tre settimane, a sette giorni dall'avvio della trasmissione,
l'appello, con l'elenco di tutte le adesioni, verrà inoltrato ai presidenti della Camera e del Senato, della Commissioni esteri di Camera e Senato, al presidente del Consiglio di sorveglianza della Rai, al direttore di Rai2.

Leggi
qui l'appello. Le adesioni all'indirizzo appelloisola2011@altreconomia.it

***

Per informazioni
e interviste: Luca Martinelli - Altreconomia, tel. 02-89.91.98.90 - cell.: 349-86.86.815, luca@altreconomia.it - http://www.altreconomia.it

Altreconomia
è l’editore che dal 1999 racconta, con la rivista mensile e i suoi libri le iniziative più coraggiose di un’economia nuova e soli- dale, fondata sulle relazioni, il rispetto dell’ambiente e delle persone, la forza della società civile.
Altreconomia è un caso unico d’informazione indipendente, senza finanziamenti pubblici e senza padroni. L’editore, il consorzio Altra Economia è infatti una cooperativa, formata da 450 soci, in gran parte lettori, persone e realtà vicine all’economia solidale. Una nuova chiave di lettura della realtà. La redazione è in Corso Lodi 47, a Milano Tel. 02.89.91.98.90 - fax 02.54.01.96.55 - http://www.altreconomia.it

mercoledì 17 marzo 2010

Di nuovo problemi per ''L'isola dei Famosi''

Il programma RAI "L'Isola dei Famosi" è una volta ancora al centro dell'attenzione ed in mezzo alle polemiche.
Questa volta si tratta della popolazione garifuna della costa caribeña del Nicaragua ad insorgere, per le censurabili dichiarazioni dello scrittore Aldo Busi durante la puntata del 3 marzo 2010, al riferirsi all'isola in cui si sta svolgendo il programma.
Durante questa puntata, lo scrittore ha detto che "A proposito dell'isolotto su cui siamo stati scagliati, sia a Milano, sia qui c'è stato ripetuto quanto bella sarebbe stata questa isola per flora e per fauna, con un grande mare turchese. Ci è stata presentata come una grande signora in un ambiente elegante e siamo capitati presso una barbona dentro una latrina. Non si è potuto fare il bagno - ha continuato Busi - perché l'acqua è piena di alghe, tutte le palme sono state tranciate, ci sono segni di bivacchi precedenti, lattine, bambole di plastica, non c'è un fiore".


Ha poi continuato, senza minimamente pensare agli effetti che avrebbe potuto provocare sulla popolazione locale, fortemente legata alla propria terra, cultura, usi e costumi, "La barriera corallina è pericolosissima parché è torbida e nessuno può pescare e nessuno ha osato allontanarsi di un metro da riva perché non si vede nulla. E' da venerdì che lancio messaggi per parlare con la produzione parché non capisco come si sia voluto portare me qui. Se uno mi dice 'Busi vai in una latrina' mi può anche andare bene, visto che ci ho passato la gioventù a battere, ma se uno mi dice 'Busi vai in un Paradiso' e poi mi trovo in un cesso...".
Non contento, ha infine chiosato "È una pattumiera dove chiunque è andato a fare i suoi porci comodi probabilmente per decenni e quindi non è stata neanche bonificata. Ribadisco il concetto: io resto qui, ma non su quell'isola".
Immediata la reazione del governo nicaraguense, ma soprattutto della popolazione garifuna, la quale è insorta minacciosamente contro i 120 italiani che da qualche settimana s'aggirano sui cayos nicaraguensi e a Corn Island o Isla del Maíz. Secondo varie indiscrezioni ci sarebbero state colluttazioni con membri dello staff de "L'Isola dei famosi", sono usciti anche machetes e la ferma intenzione di non volere più vedere italiani nel posto.
La rettifica
Durante una conferenza stampa indetta per chiarire l'episodio, il direttore dell'Istituto del Turismo, Mario Salinas, ha informato i presenti di avere chiesto immediate spiegazioni a Magnolia SpA, dato che il personale di questa impresa conosceva perfettamente il posto in cui si sarebbe svolta la trasmissione.
In un comunicato redatto in italiano e tradotto in modo improvvisato durante la sua lettura, rendendolo pressoché incomprensibile ai mezzi d'informazione nazionali ed alle autorità presenti, il direttore esecutivo di Magnolia SpA, Francesco Pucci, si è distanziato dalle dichiarazioni di Aldo Busi ed ha presentato le scuse della compagnia alla popolazione nicaraguense e soprattutto, a quella della zona atlantica.
"Dopo le dichiarazioni del concorrente della trasmissione "L'Isola dei famosi", tutto lo staff di Magnolia si rivolge con grande umiltà alla popolazione nicaraguense e porge le sue scuse, in modo particolare agli abitanti di Corn Island. Le dichiarazioni di Aldo Busi non corrispondono nel modo più assoluto all'opinione che lo staff di Magnolia ha degli abitanti di Corn Island".
Cercando di giustificare in parte l'accaduto, Pucci ha detto che la dichiarazione di Busi sarebbe derivata "dallo stato di stress molto forte e di pressione a cui è sottoposto per la natura stessa del programma", riconoscendo allo stesso tempo che sarebbe riconducibile anche "alla personalità presuntuosa e irrispettosa del concorrente, volta a cambiare il meccanismo del programma e che nulla ha a che fare con il paese che sta ospitando il programma".
Il comunicato si conclude raccogliendo le dichiarazioni della conduttrice del programma, la quale si è espressa in modo entusiasta dell'isola e del paese in generale. Lo stesso Aldo Busi ha poi ritrattato quanto detto, lanciandosi in una descrizione paradisiaca del Nicaragua e di Corn Island.ed invitando gli italiani a recarsi in Nicaragua,"dove c'è gente ospitale e gentile". A questo punto e con statistiche alla mano giunte fresche in busta chiusa nelle mani di Pucci, sarebbero stati circa 15 milioni gli italiani (poco dopo ha detto 18 milioni) che avrebbero seguito il dietro front dello scrittore lo scorso 10 marzo.
Sarà sufficiente per calmare le ire delle popolazioni locali?
Per il sindaco di Corn Island, Cleveland Webster, le cose non sono però così semplici. "Il popolo di Corn Island si è indignato per quanto accaduto ed ha chiesto che Magnolia e questa persona (Busi) rettifichino le cose vergognose dette sul mio popolo. Il mio popolo - ha continuato Webster - è così umile che quando arrivano ospiti lasciamo loro il nostro letto e dormiamo per terra. Non meritavamo questo tipo di manifestazione e quindi nello stesso modo in cui hanno macchiato il nome di Corn Island, ora lo devono pulire.
Il mio popolo non ha problemi con gli italiani del programma, ma queste due persone che hanno detto quelle cose non le vogliamo lì. Ora ho bisogno di una copia del comunicato di Magnolia in spagnolo per presentarlo alla gente, ma per essere sincero il popolo di Corn Island si sente offeso per queste menzogne.
Noi abbiamo bisogno del turismo, ma con queste dichiarazioni la gente si è sentita offesa e come sindaco devo controllare che nessuno venga sull'isola ad offendere la popolazione. C'è stato un episodio di violenza, un ragazzo che magari non sapeva come esprimere ciò che sentiva ed ha reagito in questo modo, ma noi non possiamo combattere la violenza con la violenza. Vogliamo la pace, convivere con questa gente e come sindaco mi farò carico di calmare la gente", ha concluso.
Le domande scomode
Dopo avere ricordato al direttore esecutivo di Magnolia SpA i problemi già avuti dal programma in Honduras (http://lisolaeilmattone.blogspot.com/), la Lista Informativa "Nicaragua y más" ha chiesto se non credesse che questo tipo di programma e di modello preconfezionato per il pubblico italiano, calato dall'alto in realtà particolari profondamente legate al proprio territorio, non potesse costituire un problema per le popolazioni locali.
La veemente e quanto mai scomposta risposta di Pucci ha lasciato perplessi i presenti. "La cosa migliore è che la stampa è libera e chiunque può dire ciò che vuole - ha detto il direttore esecutivo di Magnolia -.
Ciò che ha detto non è assolutamente vero e l'unico problema avuto non è un problema del programma, che funziona bene e con moltissimi spettatori, ma un problema molto piccolo che magari interessa qualche persona perché arriviamo con un apparato tecnico molto grande".
In un crescendo di toni e di nervosismo, Pucci ha poi invitato la Lista Informativa "Nicaragua y más" a chiedere informazioni e referenze al presidente dell'Honduras (Manuel Zelaya?), all'ex ministro del Turismo ed all'attuale governo sull'esperienza di Magnolia in Honduras..
"Ciò che ha detto non è vero - ha insistito Pucci -, non ha informazioni precise. I garifuna hanno una buonissima opinione di noi e lei non sa che cosa Magnolia ha fatto per queste popolazioni. Non conosce proprio niente, d'informazione non sa niente", ha concluso sempre più alterato per la scomoda domanda a cui, alla fine, non ha risposto.
Cosa avevano detto i garifuna honduregni
Durante la sua visita in Italia nel 2007, Alfredo López, leader comunitario, presidente del Patronato della comunità di Triunfo de la Cruz, membro attivo della Organización Fraternal Negra Hondureña, Ofraneh, una delle più importanti organizzazioni del popolo garifuna, la cui militanza in difesa dei diritti delle popolazioni afrocaribeñas e contro progetti di speculazione di edilizia turistica gli è costata sette anni di ingiusta carcere, aveva detto che "Le zone dove vivono le troupe e dove si gira lo show sono presidiate dalla polizia e dall’esercito dell’Honduras. Non siamo liberi di spostarci sulla nostra terra, perché ci sono zone dove è stato proibito l’ingresso. Inoltre, i movimenti delle barche e le attrezzature televisive spaventano la fauna delle lagune, come le tartarughe marine. E poi – ha continuato – è terribile vedere un tale spreco di denaro in una regione depressa come la nostra".
Il Collettivo Italia Centro America (CICA) aveva invitato López per una serie di incontri in cui si denunciava la costruzione di un mega complesso turistico nella zona di Bahía de Tela, non molto lontano da dove si svolgeva "L'Isola dei Famosi", ed in cui era coinvolta l'impresa italiana Astaldi.
Questo è quanto veniva scritto da Enzo Mangini sulla rivista Carta (http://www.carta.org/campagne/ambiente/11446).
"Dietro le avventure dei naufraghi finti, il reality show nasconde la realtà: a pochi chilometri da Cayo Cochino, dove sono esiliati i «famosi» dello show di Magnolia-RaiDue, vive la maggior parte del popolo indigeno garifuna. Trecentocinquantamila persone, in 46 comunità sparse lungo la costa atlantica dell’Honduras. "Non sono più 46 ma 45 – dice Alfredo Lopez, un rappresentante dell’Organizacion fraternal de los pueblos negros de Honduras [Ofraneh] – pochi giorni fa la comunità di Miami è praticamente scomparsa". I 150 abitanti del villaggio sono stati accolti nelle comunità vicine, attorno a Cayo Cochino e alla Baia de Tela. Miami è, anzi era, una delle comunità al centro del progetto di «sviluppo» turistico di Baia de Tela, promosso dalla multinazionale edilizia italiana Astaldi. La baia è a pochi chilometri dalla fascia costiera ricca di mangrovie e paesaggi affascinanti dove si sono accampate le troupe dell’Isola dei famosi. Uno spot lungo mesi per lanciare il «turismo» italiano in Honduras e quindi creare la domanda che Astaldi, con il suo progetto di resort ad alto impatto ambientale, è pronta a soddisfare (...).
(...) Lopez ha tenuto oggi una conferenza stampa al senato, assieme a Luca Martinelli, di Mani Tese, che assieme ad altre associazioni sta promuovendo la campagna «L’isola e il mattone» [www.lisolaeilmattone.blogspot.com]. I lavori nella Baia de Tela procedono un po’ più lentamente di quanto l’impresa e il governo vorrebbero. Le proteste dei garifuna e l’attenzione che la vicenda sta ottenendo dalla stampa, anche internazionale, hanno rallentato le ruspe.
Il progetto di resort «Los micos» prevede quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo da golf, un centro ippico e un centro commerciale per una superficie totale di 300 ettari. Per costruire il campo da golf verrà interrata una laguna protetta dalla Convenzione internazionale per la protezione delle paludi. Secondo Astaldi è un progetto che porterà lavoro e sviluppo nella zona. "Conosciamo Astaldi da molto tempo – risponde Lopez – e non ci fidiamo di quello che dicono. In altri casi, hanno portato la manodopera da fuori. Alle comunità indigene del posto non rimarrà nulla. Verranno cancellate, come Miami".
© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

martedì 5 gennaio 2010

Bahia de Tela, com'è ora......


Perché ci sono guardie armate nella zona di distruzione della Bahia de Tela???

Bahia de Tela, com'è ora...






fotografie scattate a fine dicembre del 2009.
I lavori di distruzione proseguono, i macchinari della Astaldi stanno divorando la selva... quella che prima era una fitta vegetazione, ora é... beh, lo vedete!
Sono sparite anche le scimmie urlatrici e tutte le altre specie di animali che popolavano la zona...

sabato 14 marzo 2009

per Mauro!

dita incrociate!!!
speriamo tutto bene...

domenica 14 dicembre 2008

Una lettera per Luxuria

Carissima Luxuria,
non conoscendo il tuo indirizzo, utilizzo quello di "honduras-puchica". Spero mi perdonerai.
Premetto che questa lettera non vuole essere nemmeno un pò polemica, ma ti stimo e perciò voglio essere sincera con te fino in fondo Stimo di te soprattutto la sensibilità umana. Ed è proprio qui che nasce da parte mia un problema nei tuoi riguardi. Il problema forse l'avrai capito, e ti sarà venuto anche a nausea, però abbi un pò di pazienza con me. Grazie.
Da persona colta, intelligente e con una buona esperienza politica, non potevi non sapere, o volutamente ignorare, quale "macchina mostruosa" si nascondesse dietro il format di Magnolia, passato alla Rai.
"Macchina mostruosa" non delle telecamere che vi seguivano costantemente o quasi, ma di quella colossale organizzazione che, per realizzare il vostro giocare ai naufraghi (con fame vera, d'accordo), doveva esercitare continuamente violenza sulla popolazione garifuna, indigena, di pescatori, proibendole di pescare per tutta la durata del vostro...." gioco". Le stesse guardiacoste honduregne si sono fatte paladine perchè il vostro "naufragio" non fosse "disturbato". E se non ricordo male ci è "scappato" un morto. Ma nessuno ne ha mai parlato.....Strana la gente!
Ma c'è di più. Cara Luxuria, non potevi non sapere che dal 2007 la società costruttrice italiana Ansaldi sta facendo man bassa , violentando con ruspe e simili la costa caraibica che comprende Bahia de Tela e i Coyos Cochinos. Un "magaprogetto turistico " di cui, sai molto bene, beneficeranno soltanto i ricchi, mentre quelle popolazioni vedranno affossare sempre di più la loro miseria. E' l'eterna lotta impari tra potenti e miserabili, che non possono neppure proteggere il loro infimo fazzoletto di terra...... Come definire il tutto? Esiste una sola parola , ed è : sfruttamento. Non ne conosco altre, e credo neppure te.
Continuo ad essere sincera e ti dico fino in fondo come la penso, anche se a te non importerà nulla.
Secondo me c'era la possibilità di avere notevoli spazi mediatici da parte tua, rifiutando "L' isola" , però, (c'è un però) pubblicizzando attraverso ogni mezzo possibile di comunicazione il motivo "etico" che ti induceva a fare "lo gran rifiuto".
Se ne sarebbe parlato molto, forse più di quanto si possa immaginare. E la tua grande sensibilità per l'infelicità umana di ogni tipo non sarebbe stata penalizzata in un angolo.
Oppure : partecipare , come hai fatto; vincere, come è successo, ma orientare la tua donazione non all'Unicef, scelta , scusami, abbastanza qualunquista, ma orientarla alla popolazione garifuna in un progetto ideato da te, (qualora non ci fosse) e spiegarlo in due parole. Cosa che ti sarebbe riuscita facile, avendo un buon parlare fluido. La gente avrebbe sentito, ascoltato, e anche in quel gran casino di finale sarebbe rimasto qualcosa. Se ne sarebbe parlato dopo, perchè tu avresti fatto in modo di parlarne ancora. Un titolo di giornale avrebbe potuto essere "Luxuria a favore della popolazione garifuna", oppure "Il cuore honduregno di Luxuria" ecc. ecc. Scherzo un pò.
Ma al di là di tutto, sentirti dire : "Offro una parte della mia vincita al popolo garifuna,che ........", a me avrebbe fatto venire la pelle d'oca (non esagero) e , ancora di più, sarebbe stato un sommesso, ma sentitissimo chiedergli scusa per l'inizio di una lunga "via crucis" che , come sempre , è opera delle nostre mani sporche di sangue.
Con viva simpatia.
silvana capurso

sabato 29 novembre 2008

Corriere della Sera

Il direttore di «Ernesto»: così non si recupera credibilità. Calderoni (Liberazione): succubi di un can can deteriore
Da Giannini a Grassi: i comunisti pensino agli operai
ROMA — No, non è che dentro Rifondazione comunista non ci sia chi storce il naso. Chi depreca la partecipazione di Vladimir Luxuria, già deputata del Prc, all'Isola dei famosi. Solo che oggi chi non è d'accordo sta in un canto, ci gira attorno. Claudio Grassi, operaio, sindacalista, titolare della corrente «Essere comunisti», alleata del segretario Ferrero, dicono tutti che dovrebbe essere ostile all'esultanza nel partito per Luxuria. Ma rifiuta proprio di parlare dell'argomento. Fosco Giannini, direttore della rivista L'Ernesto, animatore di «Comunisti uniti», anche lui alleato di Ferrero, alla domanda «cosa pensa di Luxuria?», si ritrae, poi detta: «Siamo di fronte a una grande crisi del capitalismo, crisi che il capitalismo vuole risolvere attraverso un attacco ai lavoratori.
Credo che i comunisti debbano assolutamente recuperare la loro credibilità stando al fianco della classe operaia e dei lavoratori». Chiaro? Classe operaia, non isole dal mare limpido... Fino a lunedì tutto era abbastanza semplice. I seguaci del segretario Ferrero freddi con la scelta di Vladimir. I fedeli di Vendola simpatizzanti di Luxuria, e il giornale di partito, Liberazione, baluardo del tifo. Ma dopo la vittoria dell'ex deputata, ieri Ferrero ha proposto la sua candidatura alle europee, così parlarne male diventa più complicato. Nel bunker di Liberazione ieri sono arrivate sporadiche lettere di protesta e il direttore Sansonetti ne pubblicherà una, dove si torna sullo «scandaloso» premio di 200 mila euro che Vladimir porterà via. Poi c'è Maria Rosa Calderoni, storica redattrice, fondatrice di Rifondazione, che è entrata nella stanza di Sansonetti col giornale in mano: «Ma qui è come se la vittoria di Vladimir fosse la vittoria di tutta la sinistra! E lo paragoniamo a Obama! Piero, ancora c'è scritto "comunista" sulla nostra testata, questo pezzo ci fa perdere copie!». Sansonetti: «Ferrero vuole mettere Luxuria in lista per le Europee».
Maria Rosa non ci voleva credere. Più tardi, dice: «Siamo succubi di un can can mediatico deteriore. Credevo che noi fossimo portatori di altri valori. È come quando scrivemmo che la rivoluzione proletaria passava dal buco del sedere... Mi sento smarrita e sola. E veterocomunista». Sola? «Saranno quattro nel giornale a pensarla come me». Per cercare critici dell'«entusiasmo da Isola » si può andare in provincia. Orfeo Goracci è sindaco di Gubbio da sette anni: «Sapevo che il mio partito giudicava i reality diseducativi. Possono diventare una cosa eccellente se vi partecipa un compagno?». Sconsolato, sardonico: «Tranquilli! Rifondazione supererà la crisi perché Luxuria ha vinto all'Isola dei famosi... ». L'ex senatore Francesco Martone, invece, ricorda ciò che fu sottoposto a Vladimir alla partenza: «Spero che ora, finalmente, si porti alla ribalta il problema dei diritti dei pescatori Garifuna che abitano nell'arcipelago dove si è girata l'Isola e del mega-complesso turistico che l'italiana Astaldi progetta laggiù». Luca Martinelli, del Collettivo Italia-Centro America, aveva chiesto a Luxuria di parlare delle due questioni in tv: «Il mio morale è a terra — dice —: il compagno Luxuria non lo ha fatto».
Andrea Garibaldi 26 novembre 2008

Lettera a Liberazione

“Forza Vladimir, hai vinto tu”. Davvero? Ne siamo sicuri? Le parole con cui Angela Azzaro celebra la “vittoria” di Luxuria all'Isola dei famosi mi fanno vergognare. Secondo la giornalista di Liberazione, Luxuria “ha spiegato a milioni e milioni di italiani che la realtà è diversa e che anche questa realtà deve godere degli stessi diritti della presunta maggioranza”. E, perciò, dovremmo ringraziare “anche a Simona Ventura, che con Vladimir ha tirato su gli ascolti (è l'edizione più vista dell'Isola) ma anche il nostro morale”.
Il mio morale, purtroppo, è a terra: dopo le lettere del nostro Collettivo Italia-Centro America, Luxuria aveva promesso di portare sull'isola e in televisione il tema dei diritti indigeni delle popolazioni garifuna -quelle che vivono nell'arcipelago dei Cayos Cochinos, che non è disabitato né uno scoglio sperduto in mezzo al mare-. Non lo ha fatto, il “compagno” Luxuria, ma non ne avevo dubbi: non ci ha voluto mostrare il suo contratto, le clausole che aveva firmato con la Magnolia di Giorgio Gori.
Magnolia, la società produttrice del format; la società a cui la televisione di Stato, la Rai, dà ogni anno soldi dei cittadini per permetterci di vedere questa “stronzata” in televisione.
Soldi che gravano sul bilancio pubblico. Quanto paga, ogni cittadino italiano, per permettere la trasmissione dell'Isola dei famosi? Ce lo dicano gli ex deputati ed ex senatori di Rifondazione.
E allora un invito: il prossimo anno non pagate il canone Rai. Boicottiamo una televisione di Stato che scende allo stesso livello delle televisioni private del presidente del Consiglio, complice -negli ultimi quindici anni- di una deriva consumista che ha messo in ginocchio il Paese e le coscienze degli italiani.
Mi stupisce, di fronte a tutto questo, che Rifondazione comunista stia zitta, anzi celebri la vittoria di “una di noi” all'Isola.
Soprattutto, però, mi spiace che la Azzaro -e Liberazione- celebrino la vittoria di Luxuria come una vittoria dei “diritti”. Perché la parola diritti si declina, appunto, al plurale, e non può limitarsi a considerare che con Vladimir “si rompe il tabù dell'eterosessualità a tutti i costi”.
Ai lettori di Liberazione, elettori di Rifondazione e di certo sensibili al tema dei diritti umani a tutto tondo, mi piace ricordare solo un paio di episodi accaduti nella zona dei Cayos Cochinos e nella Bahia de Tela. Notizie, purtroppo, che non hanno trovato spazio tra le pieghe della televisione di Stato.
Il 24 settembre 2008 è stato assassinato il pescatore garifuna di Triunfo de la Cruz Guillermo Norales. L'omicidio è firmato da soldati della Marina honduregna della città de La Ceiba, che pattugliavano le acque nei pressi del Refugio de Vida Silvestre de Cuero y Salado. Si perché in Honduras, come in tutto il Sud del mondo, quando si crea un'area protetta, impedendo la pesca, ciò avviene per permettere uno sviluppo turistico “per gli occidentali” (nel caso della Bahia de Tela il progetto si chiama “Los Mycos Beach and Resosrt Centre”), togliendo di mezzo gli abitanti originari del luogo.
Lunedì 13 ottobre, invece, un incontro con la Marina honduregna di stanza nell'arciplego dei Cayo Cochinos (quello dell'Isola) è toccato invece a Joel García e Minor López. I due pescatori garifuna sono stati bloccati nei pressi del Cayo Bulaños, minacciati di morte, privati del loro cayuco (l'imbarcazione tradizionale dei garifuna), e gettati in mare. Gli effettivi della Marina si sono poi ritirati, portando con loro il cayuco, unica fonte di sostentamento per le famiglie garifuna dei Cayos Cochinos, verso la base di Cayo Mayor.
Eccolo, il mare “aperto” dell'Isola dei famosi.
Luca Martinelli

sul Corriere della Sera

«Forza Vladimir»: i compagni-fan votano a «Liberazione»

http://www.corriere.it/spettacoli/08_novembre_25/vladimir_compagni_liberazione_a1adff30-bab9-11dd-a4c5-00144f02aabc.shtml

lunedì 4 agosto 2008

Vladimir Luxuria sull'Isola dei famosi (2)

La seconda lettera inviata dal Collettivo Italia Centro America (www.puchica.org) a Vladimir Luxuria.
Cara Vladimir,abbiamo letto con attenziona la tua risposta alla nostra lettera aperta inviata a "Liberazione". Abbiamo letto con attenzione anche gli altri interventi di oggi su Repubblicae corriere.it.A questo punto, ti consigliamo di leggere con attenzione:1) il dossier si chiama "Bahia de Tela e l'Isola dei famosi", pubblicato sul sito http://www.puchica.org, per approfondire la situazione del popolo garifuna, le problematiche che vivono le comunità di pescatori lungo la Bahia de Tela e i Cayos Cochinos;2) l'articolo "L'isola dei furbi" pubblicato nel dicembre2006 dalla rivista Altreconomia (http://www.altreconomia.it), sul legame tra gli interessi economici (leggi: sviluppo turistico) nell'area, i poteri forti del Paese e il realitya cui parteciperai.Dopo aver fatto questo, t'invitiamo a:3) visitare con noi, prima di iniziare la tua avventura di "naufraga", come vi chiamano, la zona della Bahia de Tela, conoscere le storie dei militanti di Ofraneh, vedere davicino le ruspe di Astaldi al lavoro per la costruzione del mega-complesso turistico "Los Mycos Beach & Resort", dove "democraticamente" troverà spazio anche la ricostruzionedi un villaggio tradizionale garifuna, ad uso e consumo dei turisti e a due passi dal campo da golf.Per ultimo, se è vero, come scrivi su "Liberazione", che con la tua partecipazione al reality vuoi "creare occasioni per parlare anche di questi temi (i garifuna, ndr) e di unturismo socialmente equo ed ecosostenibile", ti chiediamo di inviarci copia del contratto firmato con Giorgio Gori e la sua Magnolia (perché non crediamo che sia Simona Ventura a dettar legge), la società che realizza il format e lo vende alla Rai: vorremmo leggere ilcontratto, epurato ovviamente del dato relativo al compenso pattuito per la tua partecipazione, per leggere che sì, effettivamente, Vladimir Luxuria partecipa al formatdell'Isola dei famosi ma ha carta bianca, potrà parlare liberamente di ciò che vuole.E, per restare in tema di tute mimetiche e servizio militare, ti vogliamo ricordare che a inizio ottobre (dal 3 al 6), a La Esperanza, Intibucà, a poche centinaia di chilometri dagli isolotti dei Cayos Cochinos si svolgerà il secondo Forum emisferico contro la militarizzazione, promosso da organizzazioni sociali e indigene di tutto l'America latina. Nel caso tu fossi eliminata nelle prime settimana del gioco, magari potresti passare, per conoscere più da vicino i problemi di un Paese che altrimenti rimarrà per te, come per milioni di persone che guardano il reality in tv, soltanto una bella cartolina, quella dellaprossima Cancùn o Acapulco o Santo Domingo.
Collettivo Italia Centro America

Vladimir Luxuria sull'Isola dei famosi (1)

La lettera del Collettivo Italia Centro America pubblicata da Liberazione il 26 luglio 2008 e la risposta di Vladimir Luxuria. Cara Vladimir, vai sull'Isola e dimentichi i nativi
Cari amici di "Liberazione", cari amici di Rifondazione, siamo profondamente indignati per la decisione dell'onorevole Vladimir Luxuria, eletta alla Camera per Rifondazione Comunista, di partecipare al reality show L'isola dei famosi . Ci indigna ancora di più leggere le parole (e la leggerezza) con cui Luxuria ha motivato la sua scelta in un'intervista al Corriere della Sera e in un intervento sulle colonne di Liberazione : «Ho pensato al telefonino spento, al mare, alla spiaggia, nessun rumore di automobili. Mi sono detta: perché no? Sarà come essere arruolata per il servizio di leva. Io non l'ho fatto perché sono pacifista e poi mi fanno orrore le armi, le tute mimetiche, il grigio-verde, gli elmetti. Per me andare sull'isola sarà come fare il militare». Cara Vladimir, su quelle spiagge dell'Honduras vedrai senz'altro veri militari in tute mimetiche: sono quelli dell'esercito honduregno che per proteggere te e i tuoi compagni di avventura impediranno, come già fatto negli anni precedenti, alla popolazione locale, pescatori indigeni afrodiscendenti, i garifuna, di accedere al loro mare. Il mare in cui pescano quanto necessario per sopravvivere. Ci spiace che tu non abbia speso una parola per le popolazioni locali, una minoranza i cui diritti, prima tra tutti quello alla sopravvivenza, sono minacciati da questo reality. Ci spiace che ti spenda a favore di una lobby di grande imprese, quelle che stanno costruendo mega-villaggi vacanze nella zona della Bahia de Tela, nei pressi di quei meravigliosi Cayos Cochinos che saranno sede della vostra Isola dei famosi : tra queste c'è l'italiana Astaldi, ed è per questo che lo scorso anno nel nostro Paese si è sviluppata una campagna contro l' Isola dei famosi - lisolaeilmattone.blogspot.com. Sì, perché la trasmissione non è altro che un mega spot per quelle spiagge, dove presto potranno andare in vacanza, in villaggi italiani, benestanti cittadini italiani incuranti di calpestare i diritti di chi in quelle terre vive da circa duecento anni. Per finire, ci spiace che tu - deputata di Rifondazione Comunista- non abbia partecipato negli anni scorsi a nessuna delle iniziative che il Collettivo Italia Centro America (www.puchica.org) ha organizzato per far luce sulla vicenda delle popolazioni garifuna e le ombre dell' Isola dei famosi . Soprattutto, ci spiace che tu abbia perso la conferenza stampa con il garifuna Alfredo Lopez, della Organizacion Fraternal de los Pueblos Negros de Honduras, organizzata al Senato insieme con i senatori di Rifondazione Comunista Francesco Martone e José Luis Del Rojo e al responsabile Esteri del Prc, Fabio Amato. Forse avresti preso un'altra decisione, forse l'avresti ponderata meglio.
Luca Martinelli, Federica Rogantin, Thomas Viehweider per il Collettivo Italia Centro America
Care compagne e compagni del Collettivo Italia Centro America, conosco anche io, forse non quanto voi, i problemi delle popolazioni indigene e delle terre confiscate per costruirci grandi alberghi o centri commerciali. E' vero, non sono stata alla conferenza da voi citata. Ma non pretendo che voi sappiate che ho partecipato a Città del Messico da parlamentare a un congresso su questi temi con la presenza di campesinos e del sub comandante Marcos. La mia partecipazione al reality non significherà per me promuovere il mattone, anzi voglio creare occasioni per parlare anche di questi temi e di un turismo socialmente equo ed ecosostenibile, soprattutto per le popolazioni garifuna. Le vostre riflessioni vanno un po' oltre la mia partecipazione al reality e giungono a conclusioni troppo affrettate. Resto comunque a vostra disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti.
Vladymir Luxuria

Fotorreportaje: Resistencia Garífuna contra del Mega-Turismo en la Bahía de Tela

Compañeras y Compañeros,
Reciban saludos cordiales. En esta ocasión el fotorreportaje documenta la impresionante y digna resistencia llevada a cabo por comunidades Garífuna en la costa caribeña de Honduras. La lucha nace a raíz de un mega proyecto turístico que propone despojarles de sus tierras ancestrales y destruir gran parte del humedal y reserva nacional Laguna de los Micos. Para ver y leer el fotorreportaje, favor de seguir el enlace:

venerdì 21 marzo 2008

PIRATI AL RESORT

Il saccheggio di Bahia de Tela:
reportage fotografico di Federica Rogantin

venerdì 5 ottobre 2007

L’isola dei famosi cancella gli indigeni

Carta Quotidiano 4 ottobre 2007 ore 18.00
______________________________
Enzo Mangini
Dietro le avventure dei naufraghi finti, il reality show nasconde la realtà: a pochi chilometri da Cayo Cochino, dove sono esiliati i «famosi» dello show di Magnolia-RaiDue, vive la maggior parte del popolo indigeno garifuna. Trecentocinquantamila persone, in 46 comunità sparse lungo la costa atlantica dell’Honduras.
«Non sono più 46 ma 45 – dice Alfredo Lopez, un rappresentante dell’Organizacion fraternal de los pueblos negros de Honduras [Ofraneh] – pochi giorni fa la comunità di Miami è praticamente scomparsa». I 150 abitanti del villaggio sono stati accolti nelle comunità vicine, attorno a Cayo Cochino e alla Baia de Tela. Miami è, anzi era, una delle comunità al centro del progetto di «sviluppo» turistico di Baia de Tela, promosso dalla multinazionale edilizia italiana Astaldi. La baia è a pochi chilometri dalla fascia costiera ricca di mangrovie e paesaggi affascinanti dove si sono accampate le troupe dell’Isola dei famosi. Uno spot lungo mesi per lanciare il «turismo» italiano in Honduras e quindi creare la domanda che Astaldi, con il suo progetto di resort ad alto impatto ambientale, è pronta a soddisfare. Non solo. Già la realizzazione del reality show pesa sulle comunità garifuna: «Le zone dove vivono le troupe e dove si gira lo show sono presidiate dalla polizia e dall’esercito dell’Honduras – racconta Lopez – Non siamo liberi di spostarci sulla nostra terra, perché ci sono zone dove è stato proibito l’ingresso. Inoltre, i movimenti delle barche e le attrezzature televisive spaventano la fauna delle lagune, come le tartarughe marine. E poi – continua – è terribile vedere un tale spreco di denaro in una regione depressa come la nostra».
Lopez ha tenuto oggi una conferenza stampa al senato, assieme a Luca Martinelli, di Mani Tese, che assieme ad altre associazioni promuove la campagna «L’isola e il mattone» [www.lisolaeilmattone.blogspot.com]. I lavori nella Baia de Tela procedono un po’ più lentamente di quanto l’impresa e il governo vorrebbero. Le proteste dei garifuna e l’attenzione che la vicenda sta ottenendo dalla stampa, anche internazionale, hanno rallentato le ruspe. E intanto, la storia del resort «Los micos» sta per diventare un documentario. Le organizzazioni che sostengono la campagna hanno girato un video, «I pirati della baia». Se ne può prenotare una copia su www.produzionidalbasso.com.
Il progetto di resort «Los micos» prevede quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo da golf, un centro ippico e un centro commerciale per una superficie totale di 300 ettari. Per costruire il campo da golf verrà interrata una laguna protetta dalla Convenzione internazionale per la protezione delle paludi. Secondo Astaldi è un progetto che porterà lavoro e sviluppo nella zona. «Conosciamo Astaldi da molto tempo – risponde Lopez – e non ci fidiamo di quello che dicono. In altri casi, hanno portato la manodopera da fuori. Alle comunità indigene del posto non rimarrà nulla. Verranno cancellate, come Miami».
I garifuna accusano il governo dell’Honduras di aver chiuso un accordo con la Astaldi senza nemmeno consultare le comunità che vivono nella zona del progetto e che, secondo Lopez, lo avrebbero bocciato. «La tattica del governo è semplice – spiega – prima la terra comune di ogni villaggio viene divisa e privatizzata.
Una volta smembrata la comunità, non rimane altro che convincere a vendere la terra. Così non rimane nulla. Non ci meraviglia che Astaldi abbia concluso un accordo con il governo. Ma vorremmo far notare una cosa: l’Honduras, oltre a essere uno dei paesi più poveri di tutto l’emisfero occidentale, è anche il più corrotto del Centroamerica. Come possiamo fidarci del governo e di chi fa affari con loro?»
«Questo progetto è un’imposizione dello stato honduregno – dice Lopez – nel quale noi non siamo coinvolti e che noi non abbiamo chiesto. Vorremmo piuttosto che i fondi internazionali che arrivano in Honduras dal 1998, quando l’uragano Mitch ha distrutto il paese, fossero spesi meglio e per progetti che rispondono ai bisogni delle comunità e non ai piani affaristici dell’elite».